Itinerari turistici

Molto spesso, quando si dice: ”Prendiamo l’autostrada?”, è perché si ha fretta di arrivare. Si corre da casello a casello e si dimentica quello che sta in mezzo. Non è forse l’Autostrada la via più veloce per arrivare a destinazione, saltando gli ostacoli –fiumi, montagne, strettoie- sparsi sul cammino?
Vi invitiamo a scoprire con l’Autostrada dei Fiori tronco A6, Torino-Savona le innumerevoli risorse di un paesaggio che nasconde tesori d’arte inattesi, castelli, torri ed abbazie, palazzi principeschi e borghi arroccati, piazze, mercati, feste di paese e mostre raffinate.

Il piacere di ritrovare i mille sapori di una cucina che va dai toni caldi, autunnali della terra di Piemonte – bue grasso e selvaggina, castagne e funghi, tartufi, formaggi e burro di montagna – agli aromi solari e mediterranei del mare di Liguria – le zuppette di pesce, focacce e sardenarie, trofie con pesto, il vino (i grandi vini di Langhe e Roero, ma anche i freschi e i tipici vini liguri dell’entroterra) e l’olio di frantoio.Il viaggio che vi proponiamo è da assaporare con calma, con curiosità, non “da casello a casello”. E ci auguriamo che poi, quando sarete ancora nostri ospiti in Autostrada, questo viaggio virtuale vi sia stato utile per guidare in modo nuovo, e decidere di tornarci e di fare qualche sosta in più. L’Autostrada è una vacanza. Benvenuti su “Autostrada dei Fiori”.

Per accedere alle informazioni delle singole località, è possibile cliccare sulle etichette nella mappa.

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Carignano

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Arte e curiosità:
La ricchezza artistica di Carignano si rivela soprattutto nelle Chiese.
Si segnala la Cattedrale di S. Giovanni Battista, settecentesca opera dell’architetto Benedetto Alfieri, dalla bella facciata in mattoni rossi a vista; all’interno, le quattro statue dell’altar maggiore, in legno dorato, che rappresentano S.Giovanni, S.Remigio, Sant’Alfonso e San Defendente, provengono dalla precedente Chiesa Parrocchiale.

Seicentesca è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (o di S. Agostino), con scenografica facciata in cui sono inserite statue di terracotta di soggetto sacro; all’interno, nell’abside e nelle cappelle laterali, si segnalano tele del XVII° secolo di scuola caravaggesca; una di esse, dedicata alla Madonna del Rosario, contiene una raffigurazione della Carignano dell’epoca.

Importanti sono anche la Chiesa dei Battuti Neri (o della Madonna del Suffragio; lo scopo della congregazione era l’assistenza ai malati, ai carcerati, ai condannati a morte) e la Chiesa dei Battuti Bianchi (o dello Spirito Santo; i Battuti Bianchi avevano compiti assistenziali verso i poveri).

A circa quattro chilometri dal centro, la Cappella del Vallinotto, opera dell’architetto Vittone, merita una visita per il complesso gioco architettonico, apprezzabile soprattutto dall’interno: la struttura della triplice volta a cupole sovrapposte e traforate crea suggestivi effetti di luce.

Feste, fiere e manifestazioni:
–  Molto rinomato è il Carnevale di Carignano, con la Castellana, il Gran Siniscalco ed il colorato Corteo mascherato; il momento di maggior suggestione  è nella gara dei cinque cavalieri che giostrano per contendersi la regina della festa (è rievocazione di un episodio leggendario di cui è protagonista una bella e coraggiosa fanciulla che riesce a liberare gli uomini di Carignano, imprigionati nella torre da una banda di avventurieri del capitano di ventura Facino Cane);
–  Sagra dei Ciapinabò.

Uscita consigliata:
A6 – CARMAGNOLA

Saluzzo

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Arte e curiosità:
Nella parte alta della città, attorno alla Castiglia, si collocano gli edifici di età medioevale, tra cui la Casa Bassa dei Marchesi, il Palazzo delle Arti e l’antico Palazzo di Città, affiancato dalla Torre del Comune, della seconda metà del Quattrocento, che svetta sormontata da una loggia ottagonale bianca coperta da una cupola scura con pinnacolo.
Alla stessa epoca appartiene l’edificio storico più famoso di Saluzzo, Casa Cavassa, oggi sede del Museo Civico e originariamente residenza della famiglia dei Governatori della città. Dal bel portale d’ingresso, opera del Sanmicheli, si accede agli ambienti interni, di grande effetto architettonico, con ampi loggiati, finestre a crociera e balconate in legno. Assai bella, tra le altre, è la Sala del Ricevimento, con originale soffitto a cassettoni, stemmi nobiliari e arredi d’epoca; vi si può ammirare la tavola “Madonna della Misericordia” di Hans Clemer, pittore fiammingo attivo nel Marchesato alla fine del Quattrocento. Molte sale interne sono riccamente affrescate.
Tra gli edifici religiosi si deve segnalare la gotica e suggestiva Chiesa di San Giovanni. Su di un nucleo originario di fine Duecento, edificato dai Monaci dell’Abbazia di Staffarda, venne realizzato l’ampliamento quattrocentesco oggi visibile. La parte di maggior interesse, all’interno, è rappresentata dalla zona dell’abside, destinata a cappella funeraria dei Marchesi; progettata da Ludovico I°, ospita la tomba del Marchese Ludovico II°, eseguita nel 1508 per volere della moglie, la francese Margherita di Foix. Da vedere è senz’altro il Chiostro adiacente alla chiesa, quadrato, con bei capitelli scolpiti e stemmi nobiliari. Nella Sala Capitolare è il monumento funebre di Galeazzo Cavassa, morto nel 1483.
Nella parte più bassa della città il Duomo si impone all’attenzione per la severa ed equilibrata facciata quattrocentesca in cui domina il rosso dei mattoni a vista. Il Portale principale, sormontato da un’alta ghimberga, è affiancato dalle statue dei Santi Pietro e Paolo, opera di arte lombarda del Cinquecento. Nelle lunette del portale e dei due ingressi laterali vi sono pregevoli affreschi di Hans Clemer. La decorazione delle pareti interne, un neogotico rifatto nell’Ottocento, è forse un po’ pesante, e occorre dirigersi verso la Cappella del Santissimo Sacramento per trovare un autentico capolavoro: il grande polittico di Hans Clemer (manca però la parte centrale) in cui sono rappresentati San Chiaffredo, patrono della città, e San Costanzo che presentano il Marchese Ludovico II° e la moglie Margherita di Foix alla Vergine.
Altri interessanti edifici religiosi sono il Santuario della Consolata, di cui è rimasto intatto l’antico Campanile romanico, e il Convento di San Bernardino, sulla collina della Castiglia, cinquecentesco e rimaneggiato nel Settecento.
Si segnalano infine le statue che commemorano i due saluzzesi più illustri: Giovan Battista Bodoni (1740-1813), innovatore dell’arte tipografica, e Silvio Pellico (1789-1854) patriota e scrittore, autore de “Le mie prigioni”, l’opera autobiografica in cui descrive la lunga prigionia cui fu sottoposto all’epoca del dominio austriaco nel Lombardo-Veneto.

Feste, fiere e manifestazioni:
– Fiera di San Chiaffredo, il Santo Patrono;
– Mostra Nazionale dell’Artigianato, Antiquariato;
– Carnevale di Saluzzo;
– “Il Mercantico”, mostra-mercato dell’antiquariato minore, con oltre 300 espositori; vi si possono trovare gli oggetti più disparati, dal piccolo mobile rustico agli oggetti della civiltà contadina alle porcellane ai giocattoli;
– Rassegna delle Arti Figurative e Premio “Matteo Olivero” .

Uscita consigliata:
A6 – MARENE

Savigliano

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Arte e curiosità:
Il centro storico conserva alcuni edifici che testimoniano la presenza, fin dall’età medioevale, di una ricca borghesia commerciale. L’esempio più evidente è la piazza Santorre di Santarosa, con la trecentesca Torre Civica (la cella campanaria è un’addizione del Seicento), i porticati, il Palazzo Pasero. Ma anche nelle campagne circostanti rimangono edifici di età feudale, piccoli e suggestivi palazzi-villa a forma di castello, che forse servivano anche come strutture difensive: il Castello di Suniglia, il Castello di Solere, il Castello di Rigrasso.
Tracce significative del più antico periodo romano, epigrafi, cippi funerari, sono conservate nel locale Museo Civico; al II° secolo d.C. risale la lastra tombale riccamente scolpita in onore dell’edile Gavio, visibile presso l’Abbazia di San Pietro, la più antica delle fondazioni monastiche locali, del 1028.
Tra i palazzi nobiliari si segnala la Villa Maresco, le cui belle forme architettoniche sono opera dell’ingegnere Ercole Negro di Sanfront, attivo presso i Duchi di Savoia alla fine del Cinquecento. Allo stesso ingegnere è attribuita la facciata meridionale del Palazzo Muratori-Cravetta, con campate di portico sorrette da semicolonne tra le quali, entro nicchia, sono collocati busti maschili e femminili di personaggi di Casa Savoia; notevoli il piccolo giardino all’italiana, le decorazioni a stucco ed un soffitto a cassettoni composto da 180 formelle. Bell’esempio di arte seicentesca è il Palazzo Taffini d’Acceglio, oggi proprietà della Cassa di Risparmio di Savigliano: da non perdere lo scalone e l’elegante scenografia del cortile interno, con tre ordini di loggiati sovrapposti e, all’interno, il Salone Vittorio Amedeo I°, riccamente affrescato da G.A.Molineri (1577-1645) con giochi di prospettive e finti arazzi che illustrano le imprese militari del duca.
Un cenno a parte merita la statua dedicata a Santorre di Santarosa, collocata nell’omonima piazza, realizzata nel 1869 da G. Lucchetti Rossi in onore del generoso e sfortunato patriota, nato a Savigliano, animatore dei moti risorgimentali del 1820-21.
Tra gli edifici religiosi si segnala la Parrocchiale della Pieve, ricostruzione di età barocca di una preesistente chiesa del Trecento, di cui sono stati recuperati alcuni affreschi medioevali.
Anche la Chiesa di Sant’Andrea, antica sede dei monaci agostiniani, è stata rifatta nel Settecento; la Cappella interna dedicata a San Nicolò conserva alcuni affreschi del XIII° secolo.
Dell’antichissima Abbazia di San Pietro, la struttura romanica è stata quasi interamente sommersa da interventi successivi; la facciata della chiesa è ottocentesca, con protiro di età rinascimentale; all’interno vi sono dipinti che vanno dal Cinquecento (Polittico della Vergine di Gandolfino da Roreto) alla fine del Settecento.
Numerose altre chiese di età barocca (Chiesa dell’Assunta, Chiesa della Pietà, Chiesa della Misericordia) sono state costruite a cura delle varie confraternite religiose e assistenziali; conservano all’interno interessanti gruppi statuari di soggetto sacro, intagliati in legno, che venivano utilizzati per le processioni e per le celebrazioni della Settimana Santa.

Feste, fiere e manifestazioni:
– Fiera della meccanizzazione agricola;
– Esposizioni e mostre d’arte presso il Museo Civico;
– Itinerari guidati tutti i sabati e le domeniche (durata della visita: circa due ore);
– “Quintessenza e le vie dei sapori”, rassegna dedicata alle erbe, spezie e piante officinali, con itinerari di visita alla città (maggio);
– Festa internazionale del pane (Biennale – anni dispari);
– Manifestazione “Madama la piemonteisa” (Biennale – anni pari).

Uscita consigliata:
A6 – MARENE

Carmagnola

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Arte e curiosità:
Il centro storico della città si diparte dalla Piazza che prende il nome dalla Chiesa di S. Agostino, di origini quattrocentesche; soltanto il Campanile conserva però l’originaria struttura gotica, a base quadrata e cupola ottagonale; la facciata della chiesa, ricostruita nel 1835 in forme classicheggianti, conserva tuttavia uno splendido portale rinascimentale, opera di Amedeo da Settignano (detto Meo del Caprino). All’interno sono conservati alcuni affreschi gotici di soggetto sacro ed una grande pala (Maria Assunta in Trono) tardo rinascimentale del Moncalvo.
Adiacente alla Chiesa, l’edificio che ospita il Liceo Baldessano (ex Convento dei Padri Agostiniani) conserva la Pietra Tombale di Jacopo Turnabula, bassorilievo scolpito da Meo del Caprino, che commemora il condottiero scozzese al servizio di CarloV° imperatore, morto a Carmagnola nel 1496, rappresentato nella sua armatura di ferro e con accanto le armi da combattimento (è tradizione che gli studenti accarezzino il piede del guerriero in segno propiziatorio).
All’esterno la Piazza è circondata da palazzi quattro-cinquecenteschi e da portici d’epoca, con soffitti a cassettone originali; notevole la “Casa delle meridiane”, con facciata ricoperta da affreschi a soggetto mitologico datati 1557, forse appartenuta alla nobile famiglia Cavassa. Una “Casa Cavassa” quattrocentesca si trova poco lontano e presenta affreschi del 1567, purtroppo non bene conservati, ma leggibili.
Adiacente è la Collegiata, o Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, edificata a partire dal 1492 in forme gotiche, ancora riconoscibili nonostante il rifacimento ottocentesco della facciata, e ben visibili nella struttura interna; vi si segnala la Cappella del Battistero, con antico Fonte in marmo bianco e soprattutto la Cappella dell’Immacolata Concezione, rivestita in marmi policromi, in cui si conserva la preziosa Statua della Vergine, intagliata in legno di salice e rivestita da un manto di velluto azzurro ricamato in argento e oro, dono della regina Maria Cristina: la statua viene condotta in processione per le vie del centro cittadino in una cerimonia che ricorre l’8 dicembre.
Delle antiche opere di fortificazione non rimane più nulla, se non la parte residua del Castello medioevale, oggi occupato dal Municipio dopo essere stato adibito a Convento dei Parei Filippini, ai quali si deve anche la costruzione nel 1710 della attigua barocca Chiesa di S.Filippo, su progetto dell’architetto Francesco Gallo.
Oltre a numerosi altri antichi edifici di civile abitazione, si segnala la singolare Sinagoga, con arredi di culto finemente intarsiati, al primo piano di una casa settecentesca all’ingresso del quartiere del ghetto: testimonianza storica di un insediamento ebraico che in passato aveva raggiunto dimensioni significative.
Una interessante curiosità di Carmagnola è costituita dall’ Ecomuseo della canapa, in Borgo S. Bernardo, via Crissolo 20. Il “Gruppo storico dei Cordai” ha voluto mantenere vivo il ricordo di una delle più importanti tradizioni carmagnolesi, la produzione di funi di canapa, per secoli coltivata, messa a macerare, ridotta in fibra e ritorta all’ombra della lunga tettoia e sul “sentiero della canapa”. Fino al secolo scorso si producevano cordami per gomene, tele e veleria, e prima ancora perfino corde d’archibugio per l’esercito sabaudo. Il “Gruppo storico” allestisce dimostrazioni delle tecniche di tessitura con operai ed operaie in costumi d’epoca, in un ambiente ricostruito con attenzione e con affetto per le fatiche e per l’operosità degli avi.

Feste, fiere e manifestazioni:
– Fiera del bestiame e dei cavalli;
– Sagra del peperone, nell’ambito del “Settembre carmagnolese”, con il Re Peperone e la Bela Provonera; sfilate in costume d’epoca, sbandieratori, degustazione e mostra-mercato;
– Festa dell’Immacolata, con processione della Madonna e scambio di regali.

Uscita consigliata:
A6 – CARMAGNOLA

Racconigi

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Arte e curiosità:
Il Castello Reale di Racconigi si impone al visitatore come la ragione principale per una sosta di grande interesse storico e artistico.
Acquisito nel 1980 dallo Stato e aperto al pubblico, il Castello Reale offre ai visitatori l’occasione per ammirare opere d’arte di valore inestimabile. Il Salone d’Ercole, la Sala di Diana, l’Appartamento cinese, la Sala dei dignitari -per citarne solo alcune- , già di per sé notevoli per la scenografia e l’eleganza dell’architettura, conservano decorazioni, statue, mobili del sei-settecento, pavimenti, camini, specchiere di sorprendente bellezza. Le collezioni pittoriche sono composte da oltre tremila  ritratti che rappresentano personaggi dei vari rami della dinastia sabauda e di sovrani di varie case regnanti d’Europa dal XV° al XX° secolo e permettono  di ripercorrere attraverso i secoli l’evoluzione del costume, dell’abbigliamento, della moda, dei gioielli ecc.; la passeggiata nel parco, di circa duecento ettari, offre scorci e prospettive suggestive.

All’esterno del Castello l’abitato di Racconigi merita una passeggiata tra i caratteristici portici bassi che evocano il medioevo. In passato questo era un centro importante per l’industria della seta, fiorente tra ‘500 e ‘600, e fonte di ricchezza per i suoi abitanti. Artisticamente interessanti sono il Municipio, già convento, con affreschi del ‘500 e decorazioni in cotto; le chiese di San Giovanni Decollato, di Santa Maria Maggiore e il Convento domenicano; la piazza V. Emanuele II°, la ”piazza degli uomini”, luogo principale del mercato, circondata da alcuni tra i più bei palazzi cittadini, testimoni dell’alto livello raggiunto dalla borghesia locale all’epoca del massimo sviluppo delle fabbriche di seta. Oggi Racconigi è centro agricolo e sede di impianti della media industria metalmeccanica e per la produzione di laminati plastici. Tra le curiosità, Racconigi vanta di essere patria d’origine della nota maschera piemontese di Gianduia,  “Oia” essendo il nome di una frazione: da cui “Gian d’Oia”.

La città di Racconigi è anche nota per l’Associazione Centro Cicogne e Anatidi, la quale opera al fine di proteggere gli habitat naturali.  ( www.cicogneracconigi.it ).

Feste, fiere e manifestazioni:
– Carnevale e sfilata di carri allegorici: in Quaresima, tra fine febbraio e inizio marzo;

Uscita consigliata:
A6 – CARMAGNOLA

Langhe e Roero

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Arte e curiosità:
Le Langhe ed il Roero sono un territorio ondulato, vivace e reso affascinante dai giochi di colore regalati dalla vegetazione spontanea e dalle coltivazioni. Sui colli si trovano antichi borghi, dominati da gloriose rocche o slanciati campanili.
Panorama e gastronomia sono le due principali attrattive di questo vasto territorio della provincia di Cuneo. Famose per la produzione vinicola, le colline delle Langhe sono contrassegnate dal vitigno Moscato: su impervie colline o su coraggiosi terrazzamenti le viti offrono le uve da cui viene poi ricavato l’Asti Docg (versione spumante) ed il Moscato d’Asti (noto anche come “tappo raso”). Presso Cortemilia, l’Ecomuseo dei Terrazzamenti è una struttura nuova, per la tutela e la promozione del patrimonio architettonico e culturale delle coltivazioni con i muri a secco.

Nelle langhe del Barolo e del Barbaresco il paesaggio è sinuoso, un panoramico alternarsi di colline punteggiate da rocche e campanili. Ogni borgo è una piccola perla, significativo in particolare Cherasco, “città di storia ed arte”, intatta “villanova” del 1243 perfetta nell’intersecarsi delle vie che hanno accolto Re, Papi, Imperatori ed anche la Sacra Sindone.
Il vitigno dominante in questa zona è il nebbiolo da cui si producono barolo, barbaresco e nebbiolo d’Alba. Vini diversi tra loro per complessità aromatica, struttura e potenzialità evolutive ma originati dallo stesso vitigno.
Ottimi, a livello gastronomico, i salami, i ravioli “del plin” ed i secondi di selvaggina. Spiccano i brasati al Barolo o alla Barbaresco, con carni piemontesi, e la fonduta, cibo e rito collettivo da celebrare con il tartufo bianco d’Alba.
Altra produzione caratteristica sono le lumache (Cherasco vanta il titolo di capitale nazionale).

Il Roero è un sistema di colline a sinistra del Tanaro, sotto gli altopiani di Torino e Fossano. Colline più basse di quelle delle Langhe, ma più scoscese, dominate dalle rocche che sono distribuite su tutto il territorio, troppo numerose per essere elencate. Ventitrè comuni costituiscono l’area che prende il nome di Roero, tutti, tranne uno in provincia di Cuneo.
Bra è il principale centro della zona: origini antichissime. L’attuale Pollenzio (frazione di Bra) fu fondata nel II secolo a.C., in epoca romana, e divenne un rilevante centro commerciale e militare, per la posizione tra i porti liguri e la pianura piemontese.

Come tutto il Piemonte, anche il Roero è famoso per la produzione vinicola: il rosso Roero, figlio del vitigno Nebbiolo, ed il bianco Roero Arneis. Minoritarie ma significative anche le produzioni di Langhe Favorita, Birbet, Barbera d’Alba e Nebbiolo d’Alba.
Diffusi anche i frutteti: pesca canalina, la pera “madernassa” di Vezza e le fragole di Baldissero e Sommariva Perno. L’ottima salsiccia di Bra e le tinche di Ceresole completano il quadro della produzione gastronomica del Roero.

www.langheroero.it

Fossano

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Arte e curiosità:
Il monumento di maggior spicco è certamente il Castello dei Savoia-Acaia costruito tra il 1324 e 1332 a forma di quadrilatero merlato.
E’ rafforzato da quattro possenti torri angolari, oggi si presenta sostanzialmente nella forma di residenza per la corte ducale conferitagli da Carlo I di Savoia nel 14484, ma notevoli avvenimenti interni risalgono all’epoca del soggiorno di Emanuele Filiberto attorno al 1560.
Verso il 1850, quando la struttura fu adattata a carcere, vennero costruite le torrette semicircolari addossate alle due torri orientali e venne demolita la torre del ponte levatoio al centro della facciata est.
Fossano si presenta con un volto barocco, dovuto ad un numero notevole di edifici signorili realizzati tra il seicento e settecento; si segnalano a titolo di esempio il Palazzo Burgos di Pomaretto, il Palazzo Tettù di Camburzano, il Palazzo Alliaga di Ricaldone, il Palazzo Bava San Paolo, tutti lungo l’attuale Via Bava San Paolo, detta “la contrada dei nobili” tra gli edifici seicenteschi si trova il Palazzo dei Cavalieri di Malta (in Via Roma).
Sempre in Via Roma il settecentesco Palazzo del Comandante è l’attuale sede della Cassa di Risparmio di Fossano.
Anche l’architettura religiosa è essenzialmente barocca per l’influsso determinante che hanno avuto nella prima metà del Settecento l’architetto Francesco Gallo al quale si deve la Chiesa della Santissima Trinità, del presso l’omonimo ospedale, vero gioiello dell’arte barocca edificata nel 1728, movimentata nelle forme e nella struttura. e nella seconda metà del Settecento l’Architetto Mario Ludovico Quarini al quale risale il progetto per la Cattedrale di Santa Maria e San Giovenale edificio gotico della quale rimane solamente la torre, la facciata risente del nuovo gusto classicistico di fine Settecento, caratterizzato dalle coppie di colonne corinzie che reggono la traveazione e il frontone con timpano triangolare.
All’interno l’Urna di San Giovenale, la Cassa Reliquiario, opera di un orafo piemontese del Seicento, il bel pulpito intagliato e una quantità di pregievoli dipinti sette-ottocenteschi di soggetto sacro.

Feste, fiere e manifestazioni:
– Palio dell’Oca e Giostra e Palio dei Borghi (terza domenica di giugno);
– Festa patronale di San Giovenale;
– Festival Mirabilia. Festival internazionale del teatro urbano.

Uscita consigliata:
A6 – FOSSANO

Carrù

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Arte e curiosità:
L’edificio più imponente è l’antico Castello medioevale, che si presenta oggi come risultato di numerosi interventi di rifacimento e di ampliamento; sono tuttavia visibili i resti della merlatura, le finestre gotiche (murate) e le feritoie. I Costa ne mutarono l’originaria funzione difensiva, trasformandolo in un palazzo destinato alla villeggiatura. L’interno presenta grandi saloni, in parte affrescati tra il Settecento e l’Ottocento con soggetti di carattere mitologico e motivi floreali, alla stessa epoca appartengono l’arredamento e la ricca collezione di dipinti; da visitare la “camera dell’alcova”, con un arco in legno e stucco di singolare impronta barocca.
La Chiesa patronale di Maria Assunta è opera dell’architetto Francesco Gallo e risale ai primi del Settecento. Più antica è senz’altro la piccola Chiesa di San Pietro, di impianto romanico, risalente alla prima metà del secolo XI°, ma ampiamente rimaneggiata in epoche successive. Nell’ Oratorio della Madonna di Loreto, vicino al Cimitero, sono visibili alcuni affreschi del Quattrocento e del Cinquecento.

Feste, fiere e manifestazioni:
– La tradizionale “Fiera del bue grasso” si tiene il secondo o il terzo giovedì di dicembre, ed è un appuntamento da non mancare, non solo per la spettacolare esposizione dei migliori capi bovini, ma anche per la buona tavola che viene allestita per l’occasione;
– La “Sagra dell’uva” si svolge a settembre, allo scopo di valorizzare la produzione locale di Dolcetto.

Uscita consigliata:
A6 – CARRU’

Mondovì

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Arte e curiosità:
Tra le molte opere interessanti che si possono visitare, troviamo in evidenza:
– Piazza Maggiore, pittoresca e medioevale, cinta da portici gotici, con la merlata trecentesca Casa Bressani, la famiglia che guidò il libero Comune di Monte Regale;
– la Cittadella, fortezza cinquecentesca voluta dal duca Emanuele Filiberto di Savoia, che ingloba le strutture dell’antico duomo rinascimentale ;
– la seicentesca Chiesa di S. Francesco Saverio, nota come “la Missione”, al cui interno sorprendono le ardite illusioni prospettiche delle volte, e l’attiguo Collegio dei Gesuiti, ora Palazzo di Giustizia;
– a Cattedrale di S. Donato, grandioso esempio di barocco piemontese dell’architetto F. Gallo, con fastoso interno;
– la Sinagoga, dall’anonimo ingresso mascherato da casa di comune abitazione in via Vico, con l’armadio dell’Arca e il pulpito ottagonale;
– la spianata del Belvedere, con bel panorama, costruita in età napoleonica, che conserva la possente trecentesca Torre civica, uno dei simboli della città;
– il Museo della Ceramica con oltre seicento ceramiche esposte;
– a Carassone: chiesa dei Santi Giovanni ed Evasio, ricostruzione cinquecentesca di una preesistente cappella di cui si conserva il bel campanile romanico;
– a Breo: piazza S. Pietro, con la graziosissima Fontana del Delfino e la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo; in alto, sulla facciata della chiesa, il Moro batte le ore protetto da un baldacchino di ferro battuto, un altro simbolo della città.

Feste, fiere e manifestazioni:
– Carnevale: sfilata di carri allegorici con “Il Moro” e “La bella Monregaleisa” (ultima domenica di Carnevale e prima di Quaresima);
– Fiera di primavera ad aprile;
– Mostra dell’artigianato e dell’antiquariato, in agosto a Mondovì Piazza: mostra di ceramica e mobili antichi, artigianato del ferro, rame, cuoio, pietra;
– Fiera del tartufo, da fine ottobre ai primi di novembre: mostra mercato del tartufo monregalese.
– Raduno Aerostatico Internazionale dell’Epifania ( www.comune.mondovi.cn.it/vivere-la-citta/turismo/le-mongolfiere/ ).

Uscita consigliata:
A6 – MONDOVÌ

www.infopointmondole.it

www.mondovicino.it/it/turismo/scopri-il-territorio/

Vicoforte

Vicoforte

Arte e curiosità:

Al centro del grande piazzale del Santuario, una maestosa Statua in bronzo del Duca Carlo Emanuele I° di Savoia commemora quello che fu il principale committente dell’opera; all’inizio del Seicento infatti il Duca affidò il progetto dell’intero complesso all’architetto Ascanio Vittozzi, con l’intento di farne una sorta di Pantheon di Casa Savoia, con sepolture illustri da collocare nelle cinque cappelle laterali, meta di pellegrinaggi che avrebbero trovato un punto di riferimento nel convento cistercense e negli alloggiamenti appositamente costruiti.

La costruzione della Basilica, iniziata nei primi decenni del Seicento, subì una lunga interruzione e venne ripresa nel 1729 ad opera dell’architetto monregalese Francesco Gallo, ed è considerata il suo capolavoro.

Circondato da quattro campanili, il tempio si presenta esternamente maestoso: di forma ovata, in mattoni rossi, è sovrastato da una grande cupola chiusa alla sommità da una elegante “lanterna”. All’interno, la decorazione è di sorprendente, settecentesca bellezza: tutti gli affreschi (più di seimila metri quadrati) sono riferiti all’unico tema mariano della salvezza.

Una visita particolare deve essere dedicata alla Cappella di S. Bernardo, in cui è la tomba di Carlo Emanuele I°, con volta affrescata che illustra il “Trionfo di S. Bernardo” accolto in cielo dalla Madonna. Le altre Cappelle sono dedicate a S. Rocco, S. Giuseppe, San Francesco di Sales, S. Benedetto (in quest’ultima è collocato il Mausoleo funebre della duchessa Margherita di Savoia, figlia di Carlo Emanuele I°). Al centro della Basilica un prezioso Baldacchino protegge l’antico pilone votivo. Nell’attiguo Monastero dei Cistercensi, interessante il refettorio con mobili e arredamento settecentesco.

Chi desidera approfondire storia e aspetti caratteristici della devozione al Santuario può utilmente visitare il “Museo Storico Ghislieri”, che raccoglie documenti sulle origini, sulle vicende costruttive, sulle forme del culto mariano, anche attraverso ex voto e grandi riproduzioni fotografiche di affreschi, nonché preziosi e storici paramenti liturgici, ricami, biancheria da sacrestia. Vi è conservata anche la biblioteca dei monaci.

Una bella passeggiata, in un paesaggio collinare dolce e verdeggiante, si snoda lungo la “Via dei Misteri del Rosario”, che congiunge il Santuario a Mondovì Piazza: una serie di Cappelle (sette, ma altre sette sono rimaste incompiute) che celebrano vari episodi sacri, dall’Annunciazione al Calvario alla Discesa dello Spirito Santo.

Feste, fiere e manifestazioni:

– Nel grande piazzale e sotto il porticato che lo circonda si svolge attorno all’8 settembre la “Festa del Santuario”, una fiera di antichissime tradizioni frequentata da migliaia di visitatori, pellegrini e turisti.

Uscita consigliata:

A6 – NIELLA TANARO

Ceva

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Arte e curiosità:
Tracce più antiche della Ceva medioevale rimangono nelle Mura, in alcuni edifici del centro storico, nella quadrata Torre campanaria e nella torre Guelfa, o del “Brolio”, l’unica sopravvissuta delle otto porte trecentesche (ed oggi nota come “porta dello sferisterio”, lo spiazzo in cui si pratica lo sport caratteristico di queste zone: il pallone elastico). Ma in generale tutto il centro storico conserva un’aria di medioevo, con le sue vie porticate, i loggiati, gli archi, gli affreschi e gli stemmi dipinti qua e là sulle facciate.
Nulla invece rimane del Castello dell’antico Marchesato; il Castello Pallavicino è costruzione più tarda, cinquecentesca, di destinazione residenziale.
Tra gli edifici religiosi spicca maestoso il Duomo, iniziato nel 1630 ma concluso all’inizio dell’Ottocento; il grande Campanile risale al 1826; all’interno, bel Crocifisso di legno del Quattrocento. Interessanti anche la Chiesa dei Padri Cappuccini, con annesso Convento (1582) e la Chiesa di S. Carlo con affreschi seicenteschi. Da vedere la Cappella di S. Rocco, in frazione Malpotremo, con affreschi del Quattrocento e del Cinquecento.
Oggi Ceva svolge una significativa funzione commerciale, grazie alla posizione geografica di raccordo fra la Liguria di Ponente e il basso Piemonte; ma anche l’agricoltura, l’allevamento e la raccolta di prodotti del sottobosco svolgono un importante ruolo economico: Ceva è considerata la “capitale del fungo”.

Feste, fiere e manifestazioni:
– Fiera di S. Lucia;
– Mercato dell’antiquariato e collezionismo;
– Mostra del fungo, rassegna organizzata dal Gruppo micologico cebano;
– Stagione invernale di spettacoli teatrali al Teatro Marenco.

Uscita consigliata:
A6 – CEVA